Il Grano è il nome con cui si indica sia la pianta che le cariossidi di un cereale di antica coltura, della famiglia delle graminacee; esistono diversi tipi di grano, ma per la Legge italiana solo grano tenero e grano duro possono essere definiti anche "frumento" (lett. ciò di cui si fruisce, si gode). Dalle cariossidi del grano ("i chicchi") si ricava la farina, che deve il suo nome ad un altro cereale, il farro, ed è chiamata semola se è di grano duro; come sottoprodotto, dalle cariossidi si ottiene anche la crusca, usata prevalentemente per l’alimentazione animale e che ha dato il nome al cruscotto, quella parte delle carrozze in cui veniva stivata per alimentare i cavalli e che oggi, per assimilazione, indica una parte delle automobili. I componenti principali della farina sono l'amido e il glutine, un complesso proteico presente nel frumento, farro, orzo, avena e Kamut (e in tutti i prodotti che ne derivano), ma assente nel grano turco (mais), nel riso e nel miglio. Il grano duro contiene meno amido, ma più proteine e glutine rispetto al grano tenero, ha un miglior indice glicemico e consente una migliore conservabilità dei prodotti. Il Grano Saraceno non è un cereale e non appartiene alla famiglia delle graminacee.

Secondo la mitologia, Cerere (da cui deriva il termine cereale) era la Dea delle messi e dei raccolti, ed era associata al culto della Terra Madre e dell’alternanza delle stagioni; la leggenda, infatti, narra che Plutone (Dio dell’oltretomba) rapì Proserpina, figlia di Cerere, e la trascinò nel sua regno, al di là del fiume Acheronte, che divide il regno dei vivi dal regno dei morti (Ade), per farne la sua sposa. Cerere, addolorata per la sorte toccata alla figlia, smise di dare raccolti agli uomini che rimasero senza cibo in un lungo inverno senza fine, e lo sarebbero rimasti per tutto il tempo che Plutone avesse tenuto Proserpina nel suo regno. La situazione si sbloccò solo grazie alla mediazione di Giove, fratello di Plutone, cosicché l’Umanità poté ritornare a fruire dei raccolti; fu deciso, infatti, che Proserpina avrebbe vissuto per 6 mesi con Plutone negli Inferi e per 6 mesi con la madre sulla Terra, dando così origine al ciclo delle stagioni legate allo stato d’animo di Cerere che ci regala la primavera e l’estate quando riabbraccia la figlia e può tenerla con se, e l’autunno e l’inverno nei mesi in cui se ne distacca e rimane senza di lei. A seconda delle fonti (greche o latine), i nomi delle divinità possono essere diverse, ma la storia è sempre quella!

Il grano duro cresce bene nei terreni assolati, come ad esempio nel sud dell’Italia (il paese che vanta la più ricca varietà di grano duro), e produce semola adatta a produrre pasta secca (che per la legislazione italiana deve essere prodotta esclusivamente con semola di grano duro: l’aggiunta di farina di grano tenero costituisce una frode, diversamente dalle legislazioni straniere). Inoltre, con il grano duro si producono anche prodotti da forno essiccati a lunga conservazione e alcuni tipi di pane, come il Pane nero di Castelvetrano, il Pane di Cutro, il Pane di Altamura e il Pane di Matera, per citarne alcuni, che sono diventati prodotti tutelati dalla DOP o dalla IGP, che hanno dei disciplinari che ne regolano la produzione (varietà di grano, lievito madre, forno a legna, tipo di legna, etc.).

Il grano tenero preferisce il clima umido, come quello della pianura padana, e produce la classica "farina bianca", particolarmente adatta alla panificazione e alla produzione di pizza, pasta fresca e prodotti lievitati (torte, biscotti, brioches).

Il Pane non può mancare dalla tavola ed è in grado di accompagnarsi a qualunque alimento, che per tale motivo prende il nome di com-panatico, e sono numerose le parole che da esso derivano, due fra tutte com-pagno e com-pagnia (lett. condividere il pane), così come sono numerosi i modi di dire che includono il grano, la farina, il pane e la pasta, che vengono usati nell’espressione della saggezza popolare, ammonendo che non è bene “mangiare il pane a tradimento”, insinuando il dubbio che potrebbe “non essere farina del suo sacco”, evitando di “rimanere a pane e acqua”, perché è necessario pregare per ottenere il “pane quotidiano” che, se sapessimo “di che pasta è fatto”, potremmo dire che è “buono come il pane”, e che siamo disposti a tutto per un “pezzo di pane”, ma se ci fanno arrabbiare siamo capacissimi di “rendere pan per focaccia” (come avrebbe detto Giovanni Boccaccio).

«In verità, in verità vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell'uomo e non bevete il suo sangue, non avrete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell'ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue dimora in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia di me vivrà per me ...». È vero, si trattava di una Degustazione sui generis, in cui Gesù stava per sostituire il tradizionale agnello della Pasqua con il pane e quest’ultimo con il suo corpo, ma quella conversione (transustanziazione), secondo la Chiesa cattolica, continua ad avvenire durante la preghiera eucaristica, nel momento in cui vengono ripetute (in persona Christi) le parole «Accipite, et manducate ex hoc omnes: hoc est enim corpus meum, quod pro vobis tradetur», pronunciate durante l'Ultima Cena da Gesù, che si è offerto in sacrificio per la nuova ed eterna alleanza (testamento); comunque la si pensi, Pane e Cereali sono un dono (non è un caso che l’ultima cena affrescata da Giotto nella Cappella degli Scrovegni sia rappresentata nel logo del Gruppo Degustazioni).

Purtroppo, questo “dono degli Dei” non è per tutti; sono numerosissime le incolpevoli (e spesso ignare) persone che sono affette da celiachia, una patologia multifattoriale che insorge in soggetti, geneticamente predisposti, nei quali si scatena una reazione immunitaria all’assunzione del glutine presente in molti cereali (per fortuna non in tutti), che danneggia la mucosa intestinale provocando una sindrome da malassorbimento (e non solo). È una patologia molto diffusa e, allo stato, non esiste una terapia; l’unico trattamento possibile consiste nell’eliminazione del glutine dalla dieta, ed è per questo che si raccomanda di chiedere sempre ai propri ospiti se ne sono affetti (se vogliamo che quell’incontro sia piacevole… per tutti).

Se invece la vostra curiosità non riguardasse il Grano propriamente detto, ma la Grana e il come queste 2 parole siano finite ad indicare e diventar sinonimi di moneta, quattrini, soldi, banconote, spiccioli, liquido, contanti, valuta, ricchezza, sostanza, gruzzolo, averi, rendita, patrimonio, capitale, fondi, finanze, sovvenzioni, baiocchi, bezzi, palanche, e potremmo continuare..., allora bisogna risalire a una moneta napoletana e siciliana emessa durante il regno di Ferdinando I d’Aragona nella seconda metà del XV° secolo (ma questa è un’altra storia…).

 

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