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Premesso che, per non rimanere intrappolati fra i rami d’ulivi e d’olivi,
useremo la “O”, non grideremo allo scandalo per l’uso della “U”.
L'olivo (Olea
europaea) è un albero che si ritiene originario dell'Asia Minore, dove
si ritrova diffuso in forma “selvatica” e cresce spontaneamente
(Oleastro, Olea sylvestris). Le prime forme di coltivazione
(olivicoltura) sono attestate nella "Mezzaluna Fertile" già dal V
millennio a.C., e successivamente si sono estese a tutto il bacino del
Mediterraneo; non sorprende, pertanto, il ruolo e il simbolismo dell’olivo
nella storia, nella mitologia, nelle leggende, nelle tre religioni abramitiche (ebraismo, cristianesimo e islam)
e nelle civiltà che si
sono sviluppate in queste aree.
Nella
mitologia greca l’olivo era il dono di Atena agli uomini, fonte di
legname, cibo e olio, e sono numerose le citazioni relative all’olivo: da
quello raccolto da Ercole alla fine del mondo da cui nacque il
bosco di oleastri sacro a Zeus e dalle cui fronde si ricavavano le
corone intrecciate per i vincitori dei giochi olimpici, alla stessa clava
dell’eroe delle 12 fatiche; e ancora nei racconti omerici, il talamo
nuziale di Ulisse e Penelope intagliato in un’enorme olivo, le clave dei
ciclopi e il palo conficcato nell’occhio di Polifemo.
La
Leggenda della Vera Croce (riportata anche nella Legenda Aurea)
narra che il Patriarca Adamo in fin di vita, mandò il figlio Set in Paradiso
per ottenere l'olio della misericordia come conforto per una morte
serena, ma l'Arcangelo Michele, invece, gli diede una piantina d’olivo
(considerato l'albero della vita) per piantarlo nella bocca di
Adamo nel momento della sepoltura. L’albero che ne crebbe durò fino
all’epoca di re Salomone, che ordinò che venisse abbattuto ed utilizzato nel
cantiere per la costruzione del Tempio di Gerusalemme ma, rivelandosi di
difficile impiego, fu collocato sul fiume come passerella per permettere il
passaggio della regina di Saba in visita, la quale percorrendo il ponte
riconobbe il legno e ne profetizzò il futuro utilizzo; Salomone, messo al
corrente della profezia, lo fece perciò sotterrare, ma la profezia si avverò
ugualmente, perché dopo molto tempo il legno venne casualmente trovato dagli
israeliti che lo utilizzarono per costruire la Croce di Cristo (la
leggenda continua…).
La
Bibbia riporta come Noè avesse dedotto la fine del diluvio (e dell’ira di
Dio) da un rametto d’olivo tenuto nel becco dalla colomba liberata,
che era ritornata all’Arca, segno che le acque si erano ritirate e, perciò,
simbolo di riappacificazione fra Dio e l'Uomo (e forse per questo è
usato ancora oggi come simbolo di pace).
Il
Mercoledì delle Ceneri inizia la Quaresima, il periodo di
quaranta giorni che precede la Pasqua cattolica (che cade la prima domenica
dopo la luna piena successiva all’equinozio di primavera). Il sacerdote
celebrante benedice le ceneri di un ramoscello d’olivo, benedetto la
domenica delle palme dell'anno precedente, e dopo averle ricevute sul capo
dal maggiore dei sacerdoti assistenti, le impone al clero e ai fedeli,
pronunciando la formula tradizionale: “Memento homo quia pulvis es et in
pulverem reverteris”; è il giorno in cui si è invitati al digiuno e all’astinenza
dalle carni (unico giorno rimasto nella dottrina assieme al Venerdì
Santo). In senso figurato, cospargersi il capo di cenere (d’olivo)
è usato da chi si pente e fa ammenda per ritornare sulla retta via.
L’olivo usato come supplente delle palme
(nei paesi dove è scarsa la presenza di queste), nella celebrazione della
Domenica delle Palme per rievocare l’ingresso di Gesù a
Gerusalemme, acclamato come un re dalla folla che agitava dei ramoscelli
(evento raccontato in tutti e quattro i Vangeli, anche se solo Giovanni cita
le palme).
L’oliva è una
drupa
(come l'albicocca, la ciliegia, la susina, la pesca, etc), un frutto
"legnoso"
di cui si usa la spessa e polposa "buccia"; sin
dall’antichità è stata usata per estrarre olio e, solo in misura minore, per
alimentazione; l’olio estratto era usato sia per il suo effetto
corroborante, sia come combustibile per le lampade e, inoltre, serviva per
preparare medicamenti, unguenti, profumi e preparati per l'imbalsamazione.
Ancora
oggi, i 3 oli benedetti consacrati dal vescovo nella Messa del
Giovedì Santo (catecumeni, crisma e
infermi), servono per le cerimonie sacre di unzione, per consacrare
i catecumeni durante la veglia pasquale, per ungere con il crisma della
cresima a conferma del battesimo, e per
"medicare",
come conforto
spirituale ai malati e ai moribondi.
L’Unto del Signore,
nella tradizione biblica, era colui che veniva investito (consacrato in nome
di Dio) di una particolare missione o dignità, sacerdote o re (es.
Davide re d’Israele); la cerimonia consisteva nel versare l'olio
d’unzione sulla testa dell’eletto, e ciò faceva di lui un vassallo di
Dio. I termini Messia e Cristo letteralmente significano
“Unto”.
E
poi si può usare anche per condire l’insalata! |
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Rubrica, Curiosità, Viaggi, Rubriche. Siamo un Gruppo di Amici che, pur avendone i
titoli, non ha la pretesa di insegnare (quello lo lasciamo fare a chi dice
di averne le competenze per farlo). Ciò che ci anima è il desiderio di
condividere quello che nel tempo abbiamo imparato sul vino, sulla birra, sui
formaggi, sui salumi e, in generale, su specialità ed eccellenze
enogastronomiche. Nessuna struttura organizzativa, nessuna quota
associativa, non vendiamo nulla! Creiamo semplicemente occasioni di incontro
per fare dei percorsi sensoriali in compagnia di persone animate dalla
nostra stessa passione. L'obiettivo è quello di ritrovarsi per degustazioni
in gruppo, cercando di creare un'atmosfera conviviale e piacevole in cui
ampliare le nostre conoscenze enogastronomiche, assaporando e degustando
prodotti di eccellenza; che tu sia un semplice appassionato in cerca di
nuove esperienze o un esperto conoscitore, non c’è differenza: quando ci si
ritrova insieme si impara, si insegna e si rispettano le opinioni di tutti.
I nostri incontri ti daranno l’occasione di incontrare persone appassionate
come te e condividere momenti piacevoli mentre degusti selezioni di vino o
di birra attentamente curate ed esplori nuovi sapori che deliziano il
palato. Il nostro motto è «Ede, Bibe, Ama» (Mangia, Bevi, Ama),
un’esortazione ad esplorare il mondo del cibo e del buon bere per arricchire
le proprie conoscenze, senza trascurare l’opportunità di aprirsi e creare
legami autentici con le persone che ci circondano e con cui stiamo
condividendo un Percorso sensoriale. Le parole che ci piacciono di più,
oltre a degustazione, sono passione, ospitalità, cortesia, compagnia,
condivisione, incontri, conoscenza, amicizia, emozioni, salute e benessere;
e tutto questo può essere generato solo da un’esperienza sensoriale di
gruppo. Quelle che ci piacciono meno sono parole come Happy Hour, Cocktail,
Brunch, Tour, Relax, Party, etc., ma il nostro vocabolario è come noi:
accoglie tutto e a tutti; i nostri Eventi, infatti, NON sono esclusivi (non
escludono nessuno), ma anzi sono inclusivi e consentono al neofita di
ritrovarsi insieme agli esperti che fanno della modestia una bandiera,
perché sanno che c’è sempre da imparare e da scoprire.
Prenotati agli Eventi in programma e unisciti a noi per vivere un’esperienza
indimenticabile unendo il piacere del palato al piacere della compagnia.
Iscriviti alla mailing-list per essere costantemente informato sugli Eventi
in programma. Collabora con noi e informaci sui prodotti di qualità che
produci o commercializzi, per organizzare una degustazione che esalti i tuoi
prodotti e li renda straordinari al palato di chi ci segue e partecipa ai
nostri Eventi: il passaparola è la forma di promozione più efficace perché è la più
sincera. |