Parlando di Birra, si finisce inevitabilmente in una “giungla” piena di stili, prefissi, suffissi, appellativi e acronimi, nella quale non è facile districarsi. Le classificazioni proposte sono tante, ma nessuna può essere esaustiva, e l’unica cosa che si può fare è un po’ di ordine prendendo in esame il tipo di fermentazione utilizzato per la produzione e gli stili birrari principali (più conosciuti), soprattutto britannici, fiamminghi e germanici:

ALE, o ad “alta fermentazione” in quanto i lieviti di tipo Saccharomyces cerevisiae (da cereale), prediligono temperature elevate, circa 20°, e durante il processo salgono in superficie. È il procedimento più antico, che conferisce alle birre sentori e aromi complessi, floreali, speziati e fruttati. Il termine Ale deriverebbe (il condizionale è d’obbligo) da "Alu", parola di origine anglo-sassone arcaica usata per indicare il prodotto della fermentazione dei cereali.

LAGER, o a “bassa fermentazione” in quanto i lieviti di tipo Saccharomyces carlsbergensis (prodotto in origine dalla Carlsberg) prediligono basse temperature, circa 10°, e durante il processo si depositano sul fondo. È il procedimento più recente, conferendo alla birra sentori e aromi delicati, utilizzato dall’industria perché garantisce stabilità al prodotto, e perciò sono le più diffuse sul mercato e sono caratterizzate dal malto e dal luppolo. Se ne ritrovano di qualunque gradazione e colore, anche se le più diffuse sono quelle chiare. Il termine Lager ("magazzino", in tedesco) deriva dall’antica pratica (lagerizzazione, usata ancora oggi) di immagazzinare la birra in depositi con bassa temperatura, per 2-3 mesi, per permettere alla birra di decantare e chiarificarsi prima della commercializzazione e del consumo.

LAMBIC, o a “fermentazione spontanea” (in quanto i lieviti di tipo Brettanomyces bruxellensis, indigeni e selvatici, producono una "fermentazione spontanea", che conferisce a queste birre caratteristiche uniche, sono prodotte quasi esclusivamente in una regione del Belgio meridionale.

ALE BRITANNICHE

Bitter ("amara"): rappresentano lo stile inglese classico, spesso ambrate, amare e di bassa gradazione;

Mild Ale: leggere (più delle bitter), scure, tendenzialmente dolci;

Brown Ale: rappresentano la versione più forte delle mild;

Winter Ale: scure, di gradazione alcolica elevata;

Old Ale: ambrate e di gradazione alcolica elevata;

Barley Wine: letteralmente "vino d'orzo", con tenore alcolico elevato (8-10 gradi), piuttosto luppolate e, talvolta, caramellate;

India Pale Ale (IPA): sono birre chiare (ovvero pale, pallide) e molto luppolate, originariamente prodotte nel Regno Unito per l'esportazione nelle colonie (spec. nelle Indie Occidentali), sono diventate rare in Europa, mentre negli Stati Uniti continuano ad essere prodotte come American Pale Ale (APA);

Stout (che significa orgoglioso, impavido, forte): solitamente di colore molto scuro, gradazione relativamente bassa, amare e poco luppolare, e si possono distinguere in diverse tipologie, irish stout (prodotte in Irlanda), sweet stout (meno amara), milk stout (contiene lattosio), oatmeal stout (con farina d’avena), oyster stout (contiene ostriche), imperial stout (conosciuta anche come russian imperial stout perché all’inizio era prodotta per essere inviata allo zar di Russia);

Porter (deve il nome agli scaricatori del porto di Londra presso i quali godeva di grande favore): si possono considerare delle stout più leggere, oggi molto diffuse.

ALE BELGHE

Blond Ale: rappresenta lo stile "base" delle birre belghe;

Golden Ale: bionda, ad alta gradazione;

Belgian Pale Ale: luppolate, ma meno delle inglesi;

Belgian Strong Ale: scure, forti;

Saison (lett. stagione): dorate o ambrate, luppolate, speziate e, talvolta, acidule;

D'abbazia: non è sinonimo di qualità, ma si tratta di birre (di stili diversi fra di loro) accomunate solo dal fatto che vengono prodotte da birrifici che vantano una qualche connessione storica (talvolta molto generica) con un'abbazia, di cui spesso fanno sfoggio in etichetta;

Trappiste: si tratta di un marchio a cui attualmente aderiscono 12 birrifici in tutto il mondo (in Italia, Birrificio dell’Abbazia di Tre Fontane a Roma), che indica che la birra viene prodotta "da o sotto il controllo diretto di monaci trappisti", cioè Benedettini Cistercensi che hanno abbracciato la regola della “stretta osservanza” nata nel 1664 nell’Abbazia di Notre-Dame de la Trappe in Normandia;

Blanche ("chiara" in francese): birra di frumento non maltato, coriandolo (da Corios che significa cimice, per il caratteristico odore) e buccia d'arancia, dall'aspetto opalescente, sapore citrino;

Wit ("chiara" in fiammingo): birra di frumento non maltato, coriandolo e buccia d'arancia, dall'aspetto opalescente, sapore citrino.

A seconda delle caratteristiche, molte birre belghe, inoltre,  assumono l’appellativo di Dubbel, scure, amabili e maltate, di contenuto alcolico medio (circa 7%), Tripel, bionde, fruttate e relativamente luppolate  (di circa 8°-9°), o Quadrupel per quelle con gradazione alcolica elevata.

ALE TEDESCHE

Weizen ("birra di grano"): di frumento maltato, chiara, di bassa gradazione, speziata e acidula, aroma di banana; le Weizen scure sono denominate dunkelweizen.

Weiss ("birra bianca"): di frumento maltato, chiara, di bassa gradazione, speziata e acidula, aroma di banana; le Weiss scure sono denominate dunkelweissen.

Gose (originariamente prodotta a Goslar, in Bassa Sassonia): birra di frumento che in origine era prodotta con l'acqua del fiume Gose (da cui ha preso il nome), che la rendeva unica grazie alla salinità delle acque in quanto nel suo percorso lambiva delle miniere di sale, con speziatura regalata dai semi di coriandolo, sferzante acidità e rinfrescante dato che ancora oggi, infatti, la ricetta prevede l'aggiunta di sale;

LAGER

Pils o Pilsener (che prende il nome da Plzeň, villaggio boemo in Repubblica Ceca dove lo stile è nato): leggere, dal colore chiaro o dorato, luppolatura abbondante e amaro pronunciato, rappresentano la stragrande maggioranza delle birre prodotte e commercializzate nel mondo, soprattutto dai birrifici industriali;

Helles ("chiara", in tedesco): tipiche bavaresi, maltate e non troppo amare, fra cui le Export o Dortmunder (dalla città di Dortmund), leggermente più forti;

Dunkel ("scura", in tedesco): si tratta di uno stile tedesco di birre brune, decisamente dolci e maltate;

Märzen e Oktoberfestbier: birre tedesche molto maltate, dal colore che va dal dorato all'ambrato e gradazione di circa 6°. Si tratta di birre che per tradizione vengono prodotte a marzo (da cui il nome), prevalentemente da birrerie bavaresi, per un consumo autunnale; solo le birre denominate Oktoberfestbier (prodotte da birrifici autorizzati) possono essere commercializzate durante l’Oktoberfest che si tiene ogni anno a Monaco di Baviera.

Schwarzbier ("birra nera"): molto scura, tostata, amarezza e maltatura  abbondanti (simile ad una stout ma a bassa fermentazione),

Rauchbier: ("birra affumicata"), tipiche della città tedesca di Bamberga, dove ancora oggi sono prodotte utilizzando malti affumicati su torba o legno di faggio. Da notare che in passato per l’essiccazione e la torrefazione del malto (cereale geminato ed essiccato) si usava il fuoco di legna, per cui il malto veniva in contatto con il fumo e perciò tutte le birre erano in parte "affumicate" (così come i cibi cotti, d’altronde); con la rivoluzione industriale si cominciarono ad usare altri combustibili, meno costosi e più controllabili rispetto alla legna, cosicché le birre nel tempo persero il loro carattere affumicato. La più conosciuta fra le Rauchbier è quella prodotta dalla locanda-birrificio Schlenkerla, così chiamata dal 1875 per il soprannome del proprietario del tempo Andreas Graser, che era zoppo ("schlenkern" sciancato).

Bock: tedesche, di colore scuro, gusto maltato non molto luppolate, in genere di gradazione 6,5% - 7,5% (il nome deriverebbe dalla città di Einbeck, ma nel tempo si è affermata una storpiatura che in tedesco significa  “caprone”, tanto che quest’animale è divenuto il simbolo di questo stile birrario;

Doppelbock: birra di circa 8°, scura e caramellata, al cui nome, storicamente, viene aggiunto il suffisso “-ator” a quelle prodotte nei monasteri tedeschi per essere consumate durante la Quaresima (usanza che deriva dall’appellativo “Salvator”, attribuito a Gesù Cristo, per le birre "nutrienti" che rappresentavano una vera salvezza per i monaci a cui veniva imposto il digiuno nei giorni della penitenza cattolica).

LAMBIC

Lambic (dal villaggio Lambeek nella regione del Payottenland, a sud ovest di Bruxelles): un tipo di birra caratterizzata da una grande ricchezza aromatica e una decisa acidità. Il mosto caldo si lascia raffreddare lentamente in vasche ampie e poco profonde, per massimizzare la superficie esposta ai lieviti indigeni presenti nell'aria. Durante la successiva lunga maturazione in botte intervengono altri lieviti selvaggi e batteri presenti nel legno stesso.

Gueuze: cuvée di Lambic di annate diverse rifermentate;

Kriek: Lambic in cui sono disciolte le ciliegie (Attenzione! Nome talvolta utilizzato anche per birra a fermentazione non spontanea aromatizzata alla ciliegia);

Framboise: Lambic in cui sono disciolti i lamponi.

Nel mondo esistono tantissime birre, fatte con diversi cereali (maltati e non maltati) e diversi lieviti, senza trascurare l’importanza della qualità e delle caratteristiche dell’acqua utilizzata, perciò quanto esposto non può che rappresentare la punta di un iceberg, rendendo ragione del fatto che risulta impossibile fare una vera e propria classificazione delle birre, pertanto si rende utile conoscerne gli stili per capire a quale di questi assimilare ogni singola birra, ma anche questo risulta complesso dato che ogni stile ha una sua origine e una sua storia e si evolve nel corso degli anni, assaggiare per credere. Attenzione, però! Bere troppo non ti farà diventare uno scienziato.

 

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