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Il Merluzzo è un pesce pescato
nel Mare del Nord, dove i banchi arrivano nei mesi invernali per deporre le
uova.
Il merluzzo nordico bianco (Gadus
morhua), grazie alle condizioni climatiche favorevoli per l'essiccatura
(clima freddo e secco), viene decapitato, pulito e fatto essiccare (intero o
aperto lungo la spina dorsale), da febbraio a maggio, appeso per la coda su
appositi pali di legno (stock), da cui deriverebbe il nome
Stockfisc (commercializzato in Italia con la denominazione di
Stoccafisso), che viene prodotto unicamente in Norvegia,
principalmente nelle isole Lofoten; un’altra ipotesi ne indica l’origine del
nome nella consistenza legnosa del pesce dopo l’essiccamento, che diventa
duro come un bastone (stock). Dopo l’essiccatura all’aperto, lo
Stoccafisso matura per altri 2-3 mesi al chiuso, in ambiente secco e
ventilato, e al termine di tutto il procedimento di essiccatura avrà perso
circa il 70% del suo contenuto di acqua (mantenendo però i principi
nutritivi).
Il merluzzo nordico grigio (Gadus
macrocephalus), invece, solitamente viene preparato in filetti e
conservato mediante salagione e stagionatura per circa 3 settimane (talvolta
è sottoposto anche qualche giorno di essiccatura); non richiedendo
particolari condizioni climatiche, viene prodotto tutto l’anno in vari paesi
(Danimarca, Isole Fær Øer, Norvegia, Islanda e Canada). Il merluzzo così
preparato, e il cui contenuto di sale assorbito deve essere maggiore del
18%, viene commercializzato in Italia con la denominazione di Baccala
(nome che probabilmente deriva dal tedesco bak(k)el-jau
che significa "pesce salato" ovvero "duro come una corda").
Sia lo Stoccafisso che il Baccala,
prima di essere cucinati, necessitano di essere "ammollati" (tenuti in
immersione in acqua fredda corrente per 3-4 giorni), per reidratare quello
essiccato e ad eliminare il sale in eccesso in quello sottoposto a
salagione, restituendo ad entrambi l'originaria consistenza.
In Veneto, e in generale in tutti i
territori che furono sotto l’influenza della Serenissima Repubblica di
Venezia, lo Stoccafisso viene erroneamente chiamato Baccalà, anzi
"Bacalà", ed è il protagonista di ricette, tanto antiche
quanto rinomate, come il Bacalà alla vicentina e il
Baccalà mantecato, per la salvaguardia delle quali si sono
costituite la Confraternita del Bacalà alla Vicentina e la Confraternita del
Baccalà Mantecato, dotte e simpatiche associazioni di appassionati nate con
lo scopo di salvaguardare e diffondere queste antiche ed originali ricette.
Il pesce essiccato del Mare del Nord
era già conosciuto dai Romani; successivamente furono i
Normanni a introdurlo nella cucina delle regioni del mezzogiorno
d’Italia, ma il punto di svolta nell’importazione e commercializzazione del
merluzzo essiccato del Mare del Nord si ebbe nel XV secolo grazie (si fa per
dire) a un naufragio narrato, quasi 150 anni dopo, da Giovanni
Battista Ramusio che ne raccolse le testimonianze in un libro. Nel
1432 il mercante veneziano Pietro Querini, partito da
Candia (l'odierna Creta) alla volta delle Fiandre, con delle navi
cariche di spezie, cotone e vino, dopo un viaggio complicato e avventuroso,
naufragò con i compagni su un'isola dell'arcipelago norvegese delle
Lofoten. Dopo qualche tempo, i naufraghi superstiti vennero raggiunti e
tratti in salvo dai pescatori della vicina isola di Røst, dove
rimasero per oltre quattro mesi. Durante il soggiorno a Røst, Querini ebbe
modo di conoscere sia i metodi utilizzati dalla popolazione locale per
l’essiccatura e la conservazione del pesce senza l’uso del sale, sia il modo
per “rigenerarlo” e poterlo cucinare, e intuendone le potenzialità sia per
la facilità del trasporto, sia come allettante alternativa al pesce fresco
di facile deperibilità, al suo ritorno promosse l’importazione dello
Stoccafisso.
Per l’importazione dello Stoccafisso
dalle Lofoten, alla via di mare, pericolosa e lunga (circa 10 mesi), si
preferì la via di terra (circa un mese), con un itinerario che iniziava
dalle Fiandre percorrendo le vie fluviali fino alle falde settentrionali
delle Alpi e, passando per il Brennero, arrivava a Trento e da lì fino a
Venezia; ma mentre a Venezia si continuò a preferire il pesce fresco di
facile reperibilità, nelle valli dell’entroterra veneto, e in special modo
in quelle vicentine (dove passavano le carovane provenienti da Trento e dove
il pesce fresco dell’Adriatico arrivava di rado), l’importazione e il
consumo dello Stoccafisso cominciò ad affermarsi.
Un ulteriore impulso all’importazione
dello Stoccafisso arrivò dal Concilio di Trento (1545-1563)
indetto dalla Chiesa di Roma per contrastare la riforma protestante di Martin Lutero
e le sue 95 tesi affisse nel 1517 sulle porte del Duomo di Wittemberg. Poiché uno dei problemi sollevati da Martin Lutero riguardava
gli eccessi mondani tollerati dalla chiesa romana, la risposta fu “la
sobrietà della mensa e la moderazione dei cibi” con l’astensione dal
nutrirsi di cibi considerati “ricchi” in primis la carne. Oltre alle
4 tempora, (Avvento, Quaresima, Vigilie e Rogazioni) il
mercoledì e il venerdì (dedicati nell’antichità a
Mercurio e a Venere e che perciò rappresentavano gli interessi materiali e
le passioni carnali), furono scelti come giorni di mangiar magro
dando un grande impulso al consumo del pesce considerato cibo “povero”. |
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Rubrica, Curiosità, Viaggi, Rubriche. Siamo un Gruppo di Amici che, pur avendone i
titoli, non ha la pretesa di insegnare (quello lo lasciamo fare a chi dice
di averne le competenze per farlo). Ciò che ci anima è il desiderio di
condividere quello che nel tempo abbiamo imparato sul vino, sulla birra, sui
formaggi, sui salumi e, in generale, su specialità ed eccellenze
enogastronomiche. Nessuna struttura organizzativa, nessuna quota
associativa, non vendiamo nulla! Creiamo semplicemente occasioni di incontro
per fare dei percorsi sensoriali in compagnia di persone animate dalla
nostra stessa passione. L'obiettivo è quello di ritrovarsi per degustazioni
in gruppo, cercando di creare un'atmosfera conviviale e piacevole in cui
ampliare le nostre conoscenze enogastronomiche, assaporando e degustando
prodotti di eccellenza; che tu sia un semplice appassionato in cerca di
nuove esperienze o un esperto conoscitore, non c’è differenza: quando ci si
ritrova insieme si impara, si insegna e si rispettano le opinioni di tutti.
I nostri incontri ti daranno l’occasione di incontrare persone appassionate
come te e condividere momenti piacevoli mentre degusti selezioni di vino o
di birra attentamente curate ed esplori nuovi sapori che deliziano il
palato. Il nostro motto è «Ede, Bibe, Ama» (Mangia, Bevi, Ama),
un’esortazione ad esplorare il mondo del cibo e del buon bere per arricchire
le proprie conoscenze, senza trascurare l’opportunità di aprirsi e creare
legami autentici con le persone che ci circondano e con cui stiamo
condividendo un Percorso sensoriale. Le parole che ci piacciono di più,
oltre a degustazione, sono passione, ospitalità, cortesia, compagnia,
condivisione, incontri, conoscenza, amicizia, emozioni, salute e benessere;
e tutto questo può essere generato solo da un’esperienza sensoriale di
gruppo. Quelle che ci piacciono meno sono parole come Happy Hour, Cocktail,
Brunch, Tour, Relax, Party, etc., ma il nostro vocabolario è come noi:
accoglie tutto e a tutti; i nostri Eventi, infatti, NON sono esclusivi (non
escludono nessuno), ma anzi sono inclusivi e consentono al neofita di
ritrovarsi insieme agli esperti che fanno della modestia una bandiera,
perché sanno che c’è sempre da imparare e da scoprire.
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indimenticabile unendo il piacere del palato al piacere della compagnia.
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prodotti e li renda straordinari al palato di chi ci segue e partecipa ai
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